Negli attuali nuovi contesti organizzativi e nelle mutate condizioni socio-economiche, il ruolo del CFO si sta modificando evolvendo da anatomopatologo dei fatti aziendali a promotore di una nuova cultura d’impresa. Vi presentiamo gli interessanti spunti emersi dalle considerazioni dei CFO e degli HR che abbiamo sentito.

Un panorama in continuo mutamento (anche per il Nordest)

Parlando di cultura d’impresa, non si può tralasciare il ruolo che essa ha ed ha avuto nel Nordest. Il nostro territorio, infatti, si riconosce profondamente nel lavoro e la cultura d’impresa è stata da sempre parte integrante dell’impresa stessa perché lavorare e produrre aveva in sé una dimensione identitaria. Ma nel tempo, soprattutto negli ultimi venti anni, ci sono stati eventi che hanno portato ad un profondo cambiamento del contesto in cui le aziende operano e ne abbiamo avuto un esempio con la recente pandemia, la guerra in Ucraina, ma anche con i processi di digitalizzazione che cambiano i nostri processi cognitivi, la nostra cultura. E la cultura d’impresa si deve adeguare, partendo dalla considerazione che stiamo passando da un’economia di prodotto, del fare, ad una che ha al centro le relazioni e quindi le persone. Il capitale umano è centrale e strategico per l’impresa, la quale ha un valore sociale importante non solo per chi la dirige, ma anche per i lavoratori che condividono il rischio d’impresa e per il territorio in cui essa opera.

C’è oggi un rovesciamento culturale che vede l’impresa come patrimonio degli stakeholder interni ed esterni, in cui sono fondamentali aspetti quali l’innovazione, non solo tecnologica ma anche organizzativa; la vision, ossia quei valori che costituiscono l’orizzonte di lungo periodo, da esplicitare e condividere con i collaboratori e con nuovi candidati; il cambiamento, perché le sfide vanno affrontate con spirito innovativo, non statico, lineare e progressivo, ma flessibile e creativo, con la capacità di sviluppare il pensiero laterale; e mettere le persone al centro, per condividere i valori d’impresa, anche sviluppando il rapporto con il territorio (cosa che è stata alla base della nascita dei distretti industriali negli anni ‘50 e ‘60, quando ancora non esisteva la formazione professionale e le imprese donavano macchinari vecchi ad enti per fare formazione alle persone che poi sarebbero andate a lavorare nelle stesse imprese).

La cultura d’impresa e le nuove sfide dei CFO

In un contesto mondiale così mutevole, in cui tutto è volatile, complesso e ambiguo, il CFO si deve adeguare. La sua figura si è trasformata nel tempo e, avendo a che fare con numerosi aspetti dell’impresa sempre più legati al capitale umano, è necessario che si approcci alle innovazioni con uno spirito diverso dal passato.

Il CFO, infatti, è stato definito come un anatomopatologo che analizza in profondità i fatti, ma lo ha sempre fatto guardando a ciò che era successo, prendendo i fatti passati come punto di riferimento. Il nuovo orientamento, invece, lo invita a guardare sì a ciò che è stato, ma con lo sguardo rivolto al futuro, ispirandosi ai principi dell’“innovation manager”: gestisci il presente, dimentica il passato, costruisci il futuro. Infatti, ogni minuto speso a guardare i dati del passato è un minuto sprecato per fare analisi per il futuro.

Non solo, anche per il CFO mettere le persone al centro è un aspetto fondamentale del proprio approccio. Il suo ruolo è fondamentale per la cultura d’impresa: deve portare conoscenza e competenza nell’area finance e fare skilling e reskilling delle risorse umane perché sono fondamentali e profondamente collegate a quelle finanziarie, altrettanto indispensabili. Se l’innovazione è indispensabile per affrontare  i cambiamenti, altrettanto necessarie sono le nuove competenze digitali e il CFO deve tenere in considerazione questo aspetto, soprattutto perché l’impresa diventi attrattiva verso i giovani e rispecchi il modo in cui questi concepiscono il lavoro. Attenzione va posta anche su modalità di lavoro nuove, come lo smart working e le modalità ibride che permettono un miglior bilanciamento del lavoro con la vita privata. Insomma, nella visione che deve accompagnare i CFO, le persone e lo sviluppo dei talenti e della cultura sono degli elementi cardine.

La collaborazione tra CFO e HR

La cultura d’impresa deve quindi evolversi guardando al futuro con atteggiamento flessibile ed innovativo, mettendo le persone al centro. In questo contesto, la sinergia tra CFO e HR avvantaggia l’impresa. Il capitale umano è la principale risorsa di un’impresa, ma ne è anche il principale costo, per questo il supporto reciproco tra CFO e HR è alla base dello sviluppo e della gestione delle risorse: senza solidità finanziaria non si può progettare ed andare verso il futuro. La collaborazione deve far leva sulla cultura d’impresa improntata sulla coralità della gestione e diffusa in una socialità che crea l’identità stessa della “community” aziendale. La capacità di guardare al futuro e la capacità di relazione sono elementi chiave soprattutto per attrarre i giovani talenti.

Quindi, il ruolo del CFO come organizzatore del futuro e promotore della cultura d’impresa, presuppone anche una forte attenzione al capitale umano, ed alle modalità per accudirlo, aumentarlo, trattenerlo e valorizzarlo.

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