Il successo dei fringe benefit di fine 2022 ha portato un’ampia platea di aziende ad avvicinarsi al welfare aziendale per dare una gratifica di fine anno ai dipendenti o aiutarli con il pagamento delle utenze domestiche. Ma il grande valore del welfare va oltre la possibilità di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, a maggiore vantaggio sia loro che delle aziende. Vi spieghiamo il perché.

L’impatto del DL Aiuti Quater sui fringe benefit 

Lo scorso novembre il governo ha inserito una misura, limitata al periodo d’imposta 2022, per aumentare la soglia di esenzione fiscale dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, i cosiddetti fringe benefit, a 3.000 euro. La misura prevedeva che potessero rientrare anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle bollette di acqua, energia elettrica e gas naturale. Questa soglia è tornata all’importo di 258,23 euro, stabilita dal TUIR, la legge che regola la materia.

Il provvedimento ha destato un grande interesse, sia per il particolare momento storico, caratterizzato da un’impennata del caro vita, sia per il periodo dell’anno in cui tipicamente le aziende concedono dei premi ai dipendenti.

Alcune caratteristiche dei fringe benefit, tra cui la facilità di erogazione e fruizione, la possibilità di essere destinati ad personam senza una progettualità impegnativa da parte delle aziende, e il loro utilizzo per beni di consumo, li ha trasformati nella prima scelta per una sorta di “strenna natalizia” evoluta.

Il risultato, anche se non trascurabile, è stato un aumento del potere d’acquisto dei dipendenti.

E adesso? Come trasformare un test iniziale in un progetto di welfare aziendale che risponda davvero alle esigenze delle aziende e dei lavoratori esaudendo la sua intrinseca natura sociale, ossia la capacità di produrre benessere per l’intera società?

La natura sociale del welfare aziendale efficace

Se l’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori può avere degli effetti benefici sul loro morale, è anche vero che sono effetti limitati e di breve termine. Come hanno impattato i fringe benefit di fine anno sul senso di squadra, di appartenenza all’azienda, di motivazione, di produttività dei lavoratori, così come sull’attrattività e la capacità di talent attraction e retention dell’azienda? 

Forse è ancora presto per tirare le somme ma, per esperienza, possiamo dire con certezza che i fringe benefit, sebbene utilissimi all’interno di un piano di welfare più completo, da soli non hanno alcun impatto.

Quale azienda non vorrebbe raggiungere i propri scopi prendendosi cura dei dipendenti allo stesso tempo? Questo è possibile, con iniziative di welfare aziendale sviluppate partendo dagli obiettivi aziendali e dalle necessità dei lavoratori. Queste portano alla creazione di un ambiente di lavoro più sereno ed attento al bilanciamento tra vita lavorativa e privata, così come allo sviluppo del capitale umano e ad un maggior senso di appartenenza. Il risultato? Un team più produttivo e fidelizzato.

Pensiamo ad esempio a quanto possono favorire la serenità dei lavoratori, e di conseguenza la capacità di concentrarsi ed essere lavorativamente più produttivi e soddisfatti, supporti di welfare in ambiti quali:

  • servizi per l’assistenza sanitaria;
  • previdenza; 
  • conciliazione vita-lavoro;
  • assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti; 
  • trasporto pubblico o collettivo; 
  • asilo nido e baby sitting;
  • percorsi formativi per i dipendenti;
  • rimborso testi scolastici, rette o spese scolastiche, soggiorni studio, corsi di lingua.

Sono questi i programmi di welfare che le aziende possono crearsi ad hoc, con l’aiuto di un consulente di welfare esperto, indipendentemente dalla manovra governativa del momento. Questi ne esprimono la natura sociale, andando ad impattare positivamente sugli individui, le famiglie ed il territorio. Allo stesso tempo, rispondono agli obiettivi delle aziende in termini di aumento della motivazione e della produttività, miglioramento del clima aziendale e del servizio alla clientela, riduzione del turnover e aumento della competitività, solo per citarne alcune.