Lo smart working è strettamente collegato al welfare aziendale in quanto può diventare uno strumento molto efficace di conciliazione vita-lavoro favorendo un maggior benessere dei lavoratori, uno dei principi cardine del welfare aziendale.  Ma ad alcune condizioni, vediamo quali.

Lo smart working come strumento di welfare aziendale

Il welfare aziendale include una serie di servizi che le aziende possono concedere ai lavoratori per aiutarli a gestire la loro vita privata in maniera più efficace, alleggerendoli così di pensieri o impegni che possono compromettere la loro produttività sul posto di lavoro. Pensiamo ad esempio ai servizi di assistenza per i genitori anziani o familiari disabili, ma anche di baby-sitting per i figli.

In questo contesto, lo smart working diventa lo strumento principe per permettere una migliore conciliazione vita-lavoro (chiamata anche work-life balance) ai dipendenti. Questa finalità è parte del suo stesso DNA. Infatti, come cita il testo della “Legge sul lavoro agile” n. 81/2017, lo smart working “aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.

I benefici dello smart working in ottica welfare

L’aumento di produttività, che deriva da maggior benessere e serenità dei lavoratori, è solo uno dei benefici dati dallo smart working. Tra gli altri, che riguardano sia i lavoratori che l’azienda, vi sono maggiore coinvolgimento e migliori prestazioni lavorative, migliori rapporti con i superiori, riduzione dell’assenteismo.

Inoltre, un’azienda che implementa progetti di smart working così come piani di welfare aziendale, aumenta la sua capacità di attrarre e trattenere i collaboratori migliori. Infatti, le condizioni lavorative e non più il solo stipendio, sono uno dei fattori che rendono un’azienda più competitiva nella ricerca di talenti.

In un’ottica più ampia, i benefici si estendono anche all’ambiente in quanto la diminuzione dei tragitti casa-lavoro porta a una riduzione delle emissioni inquinanti.

Smart working: a quali condizioni?

Lo smart working che le aziende sono state costrette ad attivare dall’insorgenza della pandemia, molto spesso non è tale, ma si tratta di telelavoro o lavoro da remoto. La differenza principale tra i due modelli consiste nella flessibilità di poter scegliere in autonomia il luogo e gli orari in cui svolgere il proprio lavoro prevista dallo smart working. Ma non si tratta solo di una differenza organizzativa.

La condizione essenziale per il successo dello smart working è il necessario cambio di cultura aziendale che deve partire dal management e deve prevedere una responsabilizzazione dei lavoratori con la verifica delle prestazioni lavorative basata non più sulle ore di lavoro, ma sul raggiungimento di obiettivi aziendali chiaramente definiti.

Le criticità nate con l’emergenza

Infatti, la mancanza di una pianificazione e di un’implementazione adeguate hanno portato a situazioni più critiche che positive, che si allontanano dagli obiettivi e dalle finalità proprie del welfare aziendale. Ci riferiamo a stress e malessere dei lavoratori causati dall’essere sempre connessi, da spazi di lavoro mal organizzati, dalla difficoltà ad utilizzare la tecnologia e a gestire le urgenze, ansia per le aspettative da prestazione, ecc. A questo si aggiungono i rischi legati alla sicurezza informatica per chi utilizza i dispositivi personali (PC, tablet, ecc.) per svolgere il proprio lavoro.

Lo smart working infatti, per poter essere svolto al meglio e portare i benefici attesi, deve essere pianificato in modo tale da prevedere e gestire le criticità che possono insorgere.

Come rendere lo smart working un vero strumento di welfare aziendale

L’aiuto di esperti in welfare aziendale permette alle aziende di organizzare in maniera rapida ed efficace tutti i passi necessari per progetti di smart working di successo:

  • definire le caratteristiche generali del lavoro smart e gli obiettivi per i lavoratori;
  • formare i propri dipendenti sulla corretta modalità di esecuzione del lavoro;
  • gestire le comunicazioni verso i dipendenti;
  • occuparsi della stesura degli accordi;
  • implementare le soluzioni adeguate per evitare rischi informatici.

Solo con adeguati piani di smart working si possono poggiare le basi per un sistema che può continuare anche nella fase post-pandemia, quando non sarà più frutto di una costrizione ma di un nuovo sistema organizzativo con lavoratori agili che, con chiari obiettivi, lavorano da spazi in coworking piuttosto che da casa, con un trattamento retributivo e normativo non inferiore a quello garantito ai lavoratori che non usufruiscono del lavoro agile.

NoiWelfare accompagna le aziende nel definire e implementare in tempi rapidi progetti efficaci di Smart Working.